Lá dove cavalcava Cristina di Svezia

La torrida estate romana non ci da tregua, inutilmente cerchiamo riparo nei negozi dove l’aria condizionata non manca mai ma dai quali io rigorosamente fuggo essendo diventata un’ambientalista e avara convinta… Tutto questo caldo eccessivo ce lo siamo voluto noi con il nostro modo malsano di vivere…e con i nostri inutili sprechi… eppure basta veramente poco per rispettare la nostra vera casa, il mondo. Voi, giustamente mi direte: cosa possiamo fare? Non è colpa nostra, ci devono pensare i governanti che non intervengono. No la colpa è solo nostra che non vogliamo rinunciare a nulla e che spendiamo inutilmente il nostro denaro per imballaggi e sacchetti di plastica o per le automobili. Io non uso più detersivi chimici ma solo il sapone di Marsiglia, l’acido cidrico, il bicarbonato e l’aceto e la mia biancheria come la mia lavatrice mi ringraziano quotidianamente, non compro più prodotti in scatola ma faccio la spesa solo al mercato e acquisto degli ottimi prodotti sfusi… e a fine mese la differenza si sente anche nel portafoglio, la natura ci ha dato tutto non serve distruggerla, ci ha anche regalato luoghi dove rifugiarci quando la temperatura supera tranquillamente i 40 gradi ed è proprio in uno di questi posti che oggi vi voglio portare in compagnia del mio adorato Gerry, compagno di mille avventure, dove trascorriamo pomeriggi interi in cerca di fresco quando non siamo a spasso con i nostri clienti.  Il posto incantato dove ci potete trovare spesso è la ormai famosa valle dei cani di villa Borghese. Io e Gerry abbiamo il privilegio, e si è proprio un vero privilegio, di vivere molto vicino a questo posto quasi senza tempo dove la natura e l’arte convivono magistralmente. Lungo uno dei viali principali si apre una valle dove i nostri amici a quattro zampe possono giocare e correre senza essere tenuti al guinzaglio e dove noi possiamo chiacchierare tranquillamente senza avere paura che scappino. In questa valle si cammina in modo distratto senza conoscere la sua storia. Qui un tempo veniva a cavalcare una delle donne più libertine, intelligenti e colte della storia, la regina Cristina di Svezia. Io, normalmente, oltre a intrattenermi con qualcuno mi porto un bel libro che leggo sotto l’ombra di uno dei pochi platani rimasti e di tanto in tanto una folata di vento fa cadere sul mio libro una foglia che poi conservo gelosamente tra le sue pagine e così ogni tanto mi viene voglia di appoggiare l’orecchio per ascoltare le storie di questi alberi appena sussurrate per essere ascoltate solo da chi ha voglia di sentire, sembra che abbiano paura di farsi ascoltare da altre persone. Mi raccontano, dolcemente, che hanno circa 400 anni, anche loro non si ricordano quanti secoli hanno visto trascorrere e quante coppiette sotto la loro ombra si sono strappate un bacio appassionato o una promessa d’amore, all’origine, mi dicono, che erano circa 42 mentre oggi sono rimasti pochi e che il loro diametro è così imponente che non si riesce a coprirlo con quattro braccia, furono piantati per ombreggiare uno specchio d’acqua ormai scomparso dove regine, cardinali e artisti erano soliti incontrarsi e divertirsi, così ,distrattamente, alzo per un attimo lo sguardo al cielo e osservo le loro chiome maestose e le loro foglie di un verde intenso.

Con la loro maestosa ombra ci fanno capire quale bellezza potesse avere quel luogo in passato e ancora oggi costituiscono un ecosistema efficiente per molti uccelli, mammiferi e insetti e non di rado si possono vedere anche simpaticissimi scoiattoli saltare da un ramo all’altro. Mi raccontano, anche, che loro sono necessari alla città per permettere di avere dell’aria pulita perché le loro foglie sono in grado di trattenere lo smog, mi dicono anche che loro sono dei platani orientali

E mentre sono così intenta ad ascoltarli una volata di vento chiude il mio libro e magicamente trovo seduto sulle mie gambe Gerry che mi ricorda che orami il sole sta tramontando e che dobbiamo riprendere il grande viale per tornare a casa. E da lontano sentiamo un sax suonare e il sole dietro le nostre spalle si presta a tramontare e a regalare al cielo di Roma dei colori magnifici.

A presto… là dove cavalcava la regina Cristina di Svezia

 

 

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