Il mercato di Porta Portese

Il mercato delle pulci di Porta Portese
Buongiorno amici e buona domenica! Come va? Oggi voglio che mi accompagnate a cercare un telefono molto particolare a cui io però sono affezionatissima sin da quando ero bambina e che voglio per casa mia. Ve lo ricordate il telefono nero degli anni 60, quello che si appendeva al muro? Voglio proprio quello perché mi ricorda i bei momenti passati a giocare con due mie amiche romane Marta e Francesca, che ogni estate venivano a L’Aquila a trascorrere le loro vacanze. Uno dei nostri giochi preferiti era quello di chiuderci dentro una cabina telefonica che avevano i miei nonni, perché erano proprietari di un telefono pubblico. All’epoca, come ben sapete, non tutti avevano il telefono in casa. Con la diffusione di questo mezzo di comunicazione nelle case private, i miei nonni tolsero il telefono pubblico, ma gli rimase la cabina con l’insegna e, al suo interno, questo fantastico telefono. La cabina fu buttata in una vecchia stalla tutta polverosa dove io, Marta e Francesca amavamo giocare. Giocavamo a far finta di telefonare perché quel telefono ci piaceva proprio tanto. Poi un bel giorno qualcuno della mia famiglia decise di buttare la cabina telefonica con tanto di insegna appesa alla porta d’ ingresso di casa, ma per fortuna mio padre riuscì a salvare il telefono che ora si trova appeso nel suo salone ed è ancora funzionante. Forse proprio questo ricordo mi ha fatto venir la voglia di avere nella mia casa romana di adulta qualcosa della mia infanzia. Ho chiesto ad un po’ di persone dove potevo trovarlo e tutti mi hanno detto di andare al mercato delle pulci di Porta Portese dicendomi che lì si trova proprio tutto. Così oggi mi sono svegliata con questo desiderio. Venite con me alla scoperta del mercato di Roma per eccellenza.
Per arrivarci comodamente decido di prendere il tram n.3 perché una delle sue ultime fermate è proprio davanti all’ingresso del mercato delle pulci il cui nome deriva da una porta che fu costruita a partire dal 1643 dagli architetti Giulio Bruatti e Marcantonio De Rossi per volontà del Papa Urbano VIII in luogo di quella più antica che si chiamava Porta Portuensis. La porta fu costruita di pari passo con la realizzazione delle mura gianicolensi e terminata nel 1644 sotto papa Innocenzo X. Il mercato è sorto intorno al 1945, come nuova sede della borsa nera che prima si trovava a Campo de’ Fiori. In questo luogo i romani de Roma potevano vendere, comprare e barattare gli oggetti più strani.
Appena scendo ho subito l’impressione di essere arrivata in un luogo estremamente vivace, tipicamente romano. Molti registi e scrittori hanno ambientato qui numerose storie. Oggi gli ambulanti romani si sono uniti ai marocchini ed agli indiani rendendo Porta Portese uno dei mercati più famosi d’Europa per la sua multietnicità e per la possibilità di trovare oggetti più impensabili. Questo perché, come tutti i mercatini delle pulci, ci permette di acquistare qualsiasi tipo di cianfrusaglie, libro, antiquariato, giocattolo, disco, mobile, cosmetici e cartoline d’epoca. È possibile trovare dall’argento indiano, al capo in pelle venduto dagli africani, dalle scarpe e abbigliamento taroccato ai mobili dell’800. Non è un mercato alimentare ma ci sono anche alcune bancarelle in cui è possibile, ad esempio, comprare noccioline tostate, ciambelle fritte e taralli pugliesi. Qui ci possiamo fermare davanti a tutte le bancarelle e incominciare a trattare con il proprietario sul prezzo, possiamo toccare tutto quello che vogliamo anche senza acquistare nulla. Ovviamente gli ambulanti con la loro simpatia cercano di accattivarsi il futuro acquirente. Appena arrivo vedo solo bancarelle di abbigliamento, e tra me e me, penso che non è più il mercato delle pulci dove si può trovare qualsiasi anticaglia. Dopo aver percorso la via principale decido di girare nelle strade secondarie, quelle che portano verso Piazza Ippolito Nievo ed ecco qui che il mercato non mi tradisce ci sono numerose bancarelle con cartoline e fotografie d’epoca e ovviamente una delle cartoline che mi colpisce di più è Napoleone a Waterloo, ma ci sono tante valigie di cartone come quelle che hanno usato i nostri emigranti per andare a trovare fortuna in America, oppure una bancarella che vende i lampadari di cristallo con tante goccie. Addirittura ce n’è una che vende tutti i tipi di gocce per questi lampadari. Ci sono vecchie macchine da scrivere come quelle della Olivetti. Una simile l’aveva mio padre e chissà che fine ha fatto; spero un giorno di poterla ritrovare nella mia soffitta di casa in centro a L’Aquila. Girando e rigirando, finalmente vedo tante bancarelle con il telefono che cercavo. Che bello, l’ho trovato! Addirittura c’è una bancarella che vende i vecchi citofoni sempre di colore nero. Ma a farla da padrone ora è un telefono a gettoni degli anni ’80. Ve lo ricordate? Il proprietario mi dice che addirittura è funzionante ma purtroppo oggi ho deciso di venire con il tram e quindi non lo posso comprare, però ci tornerò perché è troppo bello per farmelo scappare dalle mani. Beh ora si è fatta, come si dice qui a Roma, “una certa” e quindi mi devo riavviare verso casa ma mentre vado verso la stazione di Trastevere per prendere il tram, mi torna in mente una canzone di Baglioni su Porta Portese che fa così:
È domenica mattina
Si è svegliato già il mercato
In licenza son tornato e sono qua
Per comprarmi dei blue jeans
Al posto di questa divisa
E stasera poi le faccio una sorpresa
Se è è la vecchia cha ha sul banco
Foto di Papa Giovanni
Lei sta qui da quarant’anni o forse più
E i suoi occhi han visto re
Scannati ricchi ed impiegati
Capelloni ladri artisti e figli di
E figli di
Porta Portese
Porta Portese
Porta Portese
Cosa avrai di più?
Vado avanti a gomitate
Tra la gente che si affolla
Le patacche che ti ammolla quello là
Ci ha di tutto pezzi d’auto
Spade antiche quadri falsi
E la foto nuda di Brigitte Bardot

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Se volete visitare il mercato di Porta Portese e le meraviglie del quartiere Trastevere non esitate a contattarmi! E-mail: levisitedicarla@gmail.com; tel:3497820922

 

           

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